giovedì 29 agosto 2019

Salvini, Di Maio e la "giovane Italia"



È un po’ di tempo che osservando le pazze vicende della politica italiana mi frulla in testa una metafora psicanalitica. Immagino il nostro Paese come una famiglia.  Con due genitori, lo Stato e la Costituzione e un figlio, il governo, che crescendo fa brutti incontri e smarrisce la via di casa.

Come tutti gli adolescenti il giovane governo italiano fa i suoi errori. Deve farli per trovare una sua strada, diversa da quella tracciata dai genitori. Va male a scuola (Europa), accumula brutti voti, viene spesso rimandato a settembre e rischia, ogni anno di più, di essere bocciato.  Per strada fa cattivi incontri (Putin, Orban, i gilet gialli) e ultimamente si lascia sedurre da quelli che dicono di lasciar perdere la scuola e di andare a spendere in giro i soldi di mamma e papà. La nuova comitiva, però, è molto chiusa. Chi ne fa parte si avoca il diritto di fare il comodo suo, fregandosene delle leggi. Tutti gli altri (immigrati) vengono tenuti fuori, con le buone o con le cattive. Perché sono diversi e fanno paura.



Arriva però il momento delle scelte. Il giovane, come accade quasi sempre agli adolescenti, si trova davanti ad un bivio. Riprendere la “retta” via, recuperare i debiti scolastici (debito pubblico, riforme), lasciar perdere i cattivi compagni, accettare ed elaborare le proprie contraddizioni e i propri limiti (Berlusconi, Salvini, Beppe Grillo) o cedere alle sirene di chi non vuole doveri e pensa solo a divertirsi.

Ecco, l’Italia mi sembra oggi giunta a questo punto. Ce la farà finalmente a crescere? Imboccherà la strada giusta o continuerà a far casino, contestando ogni regola e dando la colpa alle “autorità” e all’ordine costituito?

Dipende da molte cose. Dai genitori, da quanto mamma e papà sono riusciti a trasmettere e ad insegnare. Dai professori, che devono aiutarla a rimettersi in paro evitando di eccedere con la severità e i brutti voti.

Molto però, del futuro del giovane governo italiano, che poi siamo tutti noi, dipende anche da sé stesso e dalle sue scelte. Da quanto è disposto a crescere e ad assumersi le sue responsabilità. Ce la può fare. Ce la possiamo fare. Buona fortuna.